Dirt Showdown, ecco il videogame che tratteremo quest’oggi basato sul mondo dei motori. I ragazzi della Midlands hanno i giochi di guida nel sangue, ed è proprio sui giochi di guida che hanno deciso di puntare totalmente in questa prima generazione di console ad alta definizione. Una mossa furba, perché hanno trovato il campo sgombro: non ci sono molti giochi di rally oltre a Dirt.
Le tipologie di gare sono davvero molte. La carriera è imperniata su quattro stagioni, dalla più facile Pro, sino alla più difficile Champion, per un totale di circa cinquanta eventi.
Lo sblocco progressivo si ottiene inizialmente portando a termine le gare, mentre la scalata verso l’evento finale di ogni singolo campionato passa attraverso un certo numero di primi posti, in modo da complicare le cose. Circuiti a “otto”, rampe con salti in cui si incrociano due diversi sensi di corsa e un turbo che si ricarica sportellando allegramente i rivali, queste sono alcune delle grandi novità che Dirt: Showdown si prende la briga di riportare nel mondo dei videogiochi. Il modello di guida del gioco è piuttosto semplificato e basilare, ma funziona e diverte grazie al gran numero di modalità disponibili e alla natura fracassona del gameplay, specialmente quando si ha modo di gareggiare online.
Un applauso va fatto per il doppiaggio italiano dello speaker delle gare. In certi momenti sembra proprio di ascoltare il “vocalist” dell’autoscontro che ci prende in giro di fronte a performance inguardabili. L’ultimo titolo di Codemasters è un must buy per qualunque nostalgico dei Destruction Derby, e per chiunque voglia un’esperienza divertente che non costringa a studiare ingegneria meccanica per trionfare.
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