E’ stato annunciato l’arrivo della retina artificiale organica, che non necessita di alimentazione da batteria. Il modello italiano, è stato idealizzato utilizzando degli elementi biocompatibili. Questa specie di retina funziona come una microcella solare. La retina è stata sperimentata in laboratorio, presto sarà provata su animali e se tutto procede bene, nel giro di quattro anni si potrebbero avere i primi studi sull’uomo.
A Milano è stato realizzato questo lavoro, per poter creare dell protesi visive con materiali biocompatibili organici, invece che usare degli elementi semiconduttori inorganici come il silicio. Fondamentale e risolutivo è stato questo tipo di lavoro, poichè i materiali usati sono: polimero semiconduttore utilizzato nelle celle solari organiche, ovvero il P3HT, con la struttura base in carbonio. La struttura del P3HT è simile a quella della retina che alla luce del sole è sensibile. In questo esperimento i vari ricercatori hanno collocato una retina di ratto con fotorecettori danneggiai sullo strato interno di un vetro rivestito da un metallo conduttore trasparente, hanno aggiunto il polimero organico e l’ossido di indio-stagno.
Infatti lo stato di polimero organico, colpito dalla luce, ha funzionato come fotorecettore artificiale, dando uno stimolato ai neuroni della retina. Anche se queste retine non sono ancora molto evidenti per operare su tutta la serie di condizioni di luce naturale, secondo i ricercatori vi sono buone possibilità per riuscire ad ottimizzare questa tecnica. Le retine artificiali, hanno dei difetti: “Necessitano di microtelecamere che acquisiscono le immagini e poi le informzioni devono essere elaborate da un computer ed inviate alla retina artificiale. Inoltre devono essere alimentate da batterie. La retina artificiale che abbiamo realizzato ha il vantaggio di essere autonoma, non necessita di batterie o altri sistemi che alimentino, ha la capacità di stimolare i neuroni e non produce calore, a differenza delle altre protesi retiniche”, ha affermato Benfenati.