Rischia seriamente di rivoluzionare il ricco mercato dell’e-commerce il nuovo servizio studiato da Google e che è appena sbarcato in Italia. Google Shopping infatti, ancora più di diretti concorrenti come Kelkoo, è un motore che permette di raffrontare prezzi ed offerte di ogni genere di prodotto, rendendo così un servizio essenziale per i compratori.
Attualmente in Italia, come in altri Paesi quali Olanda, Spagna ed Australia, è ancora nella versione Beta, ossia in fase di sviluppo, ma c’è da credere che vista la sua importanza e il suo impatto mediatico sul mercato arriverà ad una sua versione definitiva molto in fretta.
Il principio è semplice: trovare le migliori offerte su un dato prodotto e fungere da vetrina virtuale per i rivenditori che così possono avere l’opportunità di aumentare la visibilità e ingenerare nuovo traffico.
Ma il Panda (è così che si chiama l’aggiornamento degli algoritmi specifici ideato da Google) si propone di fare anche più di un semplice aggregatore: punta infatti a smantellare i siti dagli scarsi contenuti e dalle offerte di poco valore, soprattutto poco aggiornati.
Nel Regno Unito, dove è già in funzione, ha cambiato le regole del gioco tanto che diversi siti che non sono stati pronti ad aggiornarsi e cogliere le nuove prospettive hanno visto calare nettamente il loro volume di visite e quindi di giro d’affari.
E’ prassi che i siti di e-commerce paghino una quota per essere presenti nei cataloghi virtuali, ma se Google Shopping cambiasse le regole del gioco con nuovi criteri di comparazione, spendere dei soldi in visibilità potrebbe non bastare più.
Shopping si propone quindi anche come uno stimolo per la creatività, ma rischia anche seriamente di creare una sorta di monopolio culturale di quello che può valere o meno sul web per gli utenti. Un problema non di poco conto sul quale molti governi stanno già lavorando.
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