“In questo periodo di crisi, l’Ict può fare molto per contribuire alla riduzione del deficit pubblico e al rilancio dell’economia. Può garantire un risparmio alla pubblica amministrazione fino a 43 miliardi di euro l’anno, un valore pari circa all’ottanta percento del deficit dello Stato, e produrre un incremento del Pil tra lo 0,4% e lo 0,9%”.
Ha dirlo è Andrea Rangone, responsabile degli Osservatori ICT del Politecnico di Milano, in seguito a una ricerca nata stimare il risparmio che la digitalizzazione del settore pubblico potrebbe portare.
Una cifra sicuramente molto importante in un momento critico come quello che sta attraversando il nostro Paese.
La ricerca del Politecnico milanese ha indicato anche le azioni fondamentali che si dovrebbero seguire per riuscire a raggiungere questo obbiettivo di risparmio.
Il primo passo che porterebbe a un risparmio di 4 miliardi si otterrebbe cercando nel ridurre le spese puntando sugli approvvigionamenti elettronii. Secondo punto fondamentale che di miliardi ne farebbe risparmiare ben 15 può essere garantito dalla digitalizzazione.
Infatti la digitalizzazione dei processi burocratici e la gestione dei pagamenti vale un risparmio pari ad almeno 24 miliardi di euro ma avrebbe anche un positivo impatto nei rapporti tra le aziende e la pubblica amministrazione. La ricerca non si accontenta di dare la ricetta per riuscire a risparmiare complessivamente 43 miliardi, ma indica la strada per arrivare addirittura all’aumento del Pil.
Per ottenere questo risultato si dovrebbe arrivare ad un investimento nei settori dell’Ict nella pubblica amministrazione, alla diffusione della banda larga e al finanziamento di piccole startup tecnologiche. Tutte misure che richiederebbero un investimento di 2 miliardi l’anno.
Vedremo se è una strada in cui il nuovo governo vorrà investire.