Ormai sono entrati in pianta stabile nelle nostre case, soprattutto attraverso i nostri pc. Sono i siti che vendono prodotti e servizi attraverso coupon prepagati e che spesso puntano sulla qualità delle loro offerte. Ma negli ultimi tempi si sta moltiplicando il popolo degli insoddisfatti, soprattutto nel rapporto prezzo-servizio offerto.
Il principio è redditizio per tutti, a cominciare dagli acquirenti che riescono a portarsi a casa offerte altrimenti improponibili soprattutto di questi tempi che vanno dalle vacanze agli articoli tecnologici, dall’abbigliamento ai prodotti per la casa, i massaggi e le lunghe sedute in una Spa. Così Groupon, Groupalia, Let’s Bonus, Voyage Privé e tanti altri hanno raggiunto una posizione di preminenza che ora rischia di essere compromessa da una parte dei loro clienti, ossia le aziende.
Come ha riportato un paio di giorni fa un articolo sul sito de ‘La Repubblica’ secondo una delle principali associazioni di consumatori italiane, l’Adoc, almeno un italiano su tre ha ceduto alla tentazione di fare almeno una volta un acquisto su questi siti di offerte. E di questi almeno il 35%, cifra non certo secondaria, si è detta insoddisfatta per problemi riscontrati a difetti nell’acquisto. Due terzi di loro imputano la colpa non al sito, ma al partner aziendale che metteva a disposizione il suo prodotto.
Più in dettaglio il 21% degli insoddisfatti lamenta la mancata assistenza da parte dell’azienda in questione nella fase post vendita, mentre il 15% non è soddisfatto per la difficoltà nell’ottenere i rimborsi richiesti che interessano soprattutto ritardi nella consegna dei prodotti ordinati, l’assenza di documentazione fiscale relativa agli oggetti acquistati e un trattamento diverso tra chi acquista gli articoli con il coupon e chi attraverso un canale di vendita normale.
Ad esempio ci sono esercizi commerciali che fanno difficoltà ad erogare le prestazioni richieste nei festivi anche se sul coupon sarebbe previsto, oppure con prodotti che non sono arrivarti nei tempi previsti. E in questo caso, soprattutto in questo, anche se la colpa era sostanzialmente imputabile a chi quell’articolo l’aveva messo in vendita, è altrettanto vero che il ‘customer care’ dei siti di coupon non ha saputo prestare la giusta assistenza.
Questo insomma dovrebbe essere l’ultimo passo per i siti di acquisti che vogliono fare realmente la differenza: verificare attentamente la serietà delle aziende che propongono e soprattutto creare una rete virtuoso di assistenza post acquisto.
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