E’ nata Nina, la seconda assistente virtuale per smartphone. Molto simile all’assistente vocale Apple, ma più professionale. Non presenta battute umoristiche, nessuna velleità o emozioni da maitre. Il nome Nina sta per: Nuance Interactive Natural Assistant, questa comunicherà con la banca, potrà risolvere i problemi di connessione con internet service provider, riferirà all’automobile le azioni che dovrà compiere e al televisore quale programma guardare.
Sarà proprio come una segretaria vera e propria per permettere alle aziende per comunicare con gli utenti tramite il proprio smartphone. Agostino Bertoldi spiega a Nova24: “Per la prima volta, abbiamo riunito in un unica interfaccia le tecnologie che Nuance Communication sviluppa da anni”. Cioè: speech recognition, text-to-speech, natural-language understanding, voice-ID biometric (identificazione attraverso dati biometrici della voce) e call intercetp (feature che trasforma la chiamata a un call center in una esperienza visuale). Ovvero se Siri si limitava ad inviare e-mail, ad aggiornare l’agenda, a navigare sul web, ascoltare musica, cercare ristoranti e località sulla mappa, chiaramente utilizzando solo il linguaggio naturale, Nina punta a cose essenziali, infatti riferisce alla banca quello che deve fare, comanda l’automobile connessa e gestisce, ad esempio, la telefonata al call center.
A Boston verrà annunciata l’applicazione B2b per le aziende, utilities, ospedali, banche, call center. Nuance sta partecipando in Italia con Fastweb, Banca Mediolanum all’estero con Ford, Samsung, il Medical Center dell’Università di Pittsburg e ovviamente con la Apple. Vi è una demo presentasta anticipatamente a Nova24 mostra il tipo di conversazione che è possibile intrattenere con l’assistente virtuale Nina. L’interazione comincia con una semplice frase: “la mia voce la mia password”. Bertoldi afferma che: “Il software riconosce il timbro che varia da persona a persona. Anche se è raffreddato o parla in condizioni non ottimali per esempio nel traffico o all’aperto. In questo modo si rinuncia tranquillamente alla password”.
Nuance Communication dimostra che il software non commette errori, esamina i criteri biometrici della voce. “Anche usando una registrazione non si può imbrogliare Nina”, affermano e in ogni modo prevedono anche altri tipi di strumenti di certificazione. Nel caso in cui dovesse confondersi equivarrebbe a far entrare uno sconosciuto nella propria banca. Per quanto riguarda la conversazione, l’applicazione durante la demo ascoltava i comandi decifrando il linguaggio naturale. In poche parole, non utilizzando un linguaggio poco chiaro, potremo chiedere al nostro smartphone di pagare le bollette, controllare il conto o perfino di effettuare un bonifico a favore della propria moglie. L’unica difficoltà è la capacità del software di esaminare il significato della frase e quindi comprendere che per moglie si intende una certa persona.
Il motore semantico è coordinato dalla cloud di Nuance all’interno della quale vengono condotte tutte le richieste di Nina. L’altra caratteristica su cui mirano per il dialogo con il call center o i servizi clienti ad esempio gli internet service provider è la call intercept, cioè la capacità di Nina di permettere il senso della richiesta dando informazioni in forma visuale. Se invece parliamo di un operatore di TLC, Nina dovrebbe comprendere tutto dalle prime frasi , ad esempio chi è interessato all’abbonamento internet deve inviare via app le tariffe sullo schermo.