Dalla fine del prossimo anno 2014, ogni alimento presenterà un’etichetta nella quale sarà specificato se quel tipo di alimento contiene nanomateriali. Il professore di Politiche alimentari, dell’università di Londra Tim Lang, ha affermato di voler coinvolgere i consumatori in un percorso che esso stesso definisce ‘democrazia alimentare’.
Spiega: “Occorre riallineare il cibo con la sostenibilità planetaria. Già dalla fine del diciottesimo secolo, l’economista Thomas Malthus ha dipinto un quadro fosco del futuro, in cui l’agricoltura non sarebbe bastata a sfamare una popolazione in crescita”. Infatti, al giorno d’oggi una qualsiasi persona è in grado di nutrirsi come se avesse a disposizione circa 3-5 pianeti. Lang spiega ancora: “Nel 21 secolo dobbiamo costruire un sistema alimentare che abbia un minore impatto sulla biodiversità, che sfrutti meno terra e non contribuisca al cambiamento climatico. L’obiettivo è quindi aiutare le persone a mangiare sano, ma nei limiti ambientali. Perchè in palio c’è il nostro futuro”. Inoltre, Frank Kampers, coordinatore dell’innovazione all’università di Wageningen afferma: “Solamente bollire un uovo provoca cambiamenti su nanoscala, le proteine cambiano forma e si aggrovigliano e l’uovo diventa bianco e solido. Ora abbiamo la possibilità di studiare esattamente ciò che avviene a livello nano e usare questa conoscenza per progettare nuove nanostrutture e migliorare il nostro cibo”.
Infatti da quanto appreso, le nanostrutture sono in grado di migliorare la nostra salute. Kampers spiega: “Prendete la maionese, con le nanotecnologie è possibile tagliare il contenuto in grassi del 15% senza incidere sul gusto. Oppure sviluppare nano-capsule da aggiungere agli alimenti per l’apporto di vitamine o integratori. E ancora, si possono ridurre gli sprechi: nanosensori sulle confezioni possono uccidere eventuali batteri o avvertire se è in corso una contaminazione. Spesso infatti gettiamo alimenti perfettamente commestibili inutilmente”. I prodotti alimentari presentano uno stato di trasformazione, vi sono persone che hanno tentato una produzione alimentare molecolare, ovvero creare alimenti con atomi di base come idrogeno, carbonio, ossigeno etc. senza dover utilizzare semi da piantare o alimenti animali. La FAO ha dimostrato che entro il 2050 la produzione globale di cibo aumenterà del 70%. Clara Silvestre dell’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri di Pozzuoli ha affermato che: “Altrettanto importante è preservare e proteggere ciò che viene prodotto. Una grande quantità di cibo viene infatti perso tra le fasi di produzione e consumo. Questo è inaccettabile, anche per l’impatto ambientale”.