La scuola si sta modernizzando sempre di più e i cari vecchi libri vengono sempre più spesso sostituiti da nuovi disposistitivi tecnologici.
Solo qualche giorno fa avevamo parlato di Apple e dell’iPad che man mano entrerà sempre più a far parte delle scuole.
Ma ora negli istituti entrano anche i videogame. Da sempre considerati tra gli strumenti più negativi per i ragazzi che giocando con loro toglievano il tempo alla studio, ora si cerca di sfruttarli per rendere meno pesante la didattica e per avvicinare i più piccoli a temi da sempre ostici come la storia o la letteratura italiana.
Una moda partita dagli Usa e che man mano sta coinvolgendo anche gli altri Paesi, dall’Inghilterra, al Giappone a Singapore fino a giungere anche in Italia. I videogiochi entrano in tutte le scuole di ordine e grado, dalle più piccole alle università: diversi giochi per approcciarsi allo studio in modo diverso e meno noioso. Sono in molti ad esempio a usare Blockbuster o Assassin’s Creed o Civilization per avvicinarsi e studiare i periodi che hanno segnato la storia dell’uomo.
Ma non solo la storia si può studiare tramite i videogames: anche per le lingue straniere, la matematica o la letteratura i professori scelgono i giochi educativi ma anche quelli di intrattenimento o simulazione legati alle proprie materie. Il gioco non viene in questo modo visto come uno strumento in più.
Manuela Cantoia, insegnante di psicologia alla Cattolica di Milano, su questo tema dichiara: “Tutti i giochi gestionali, perfino Nintendogs, portano a considerare peso e effetti delle proprie decisioni. Aiutano le persone a ragionare, se li si adopera in questo senso. Molti manager si allenano e vengono valutati usando i giochi elettronici. Danno un’indicazione precisa della capacità di gestione di un team, della rapidità di scelta, dell’abilità nell’analisi delle variabili”. Un modo più divertente per apprendere.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.