I videogame realizzati e lanciati ultimamente sul mercato pur essendo dei grandi prodotti tecnici dal punto di vista grafico spesso peccano in originalità e innovazione. I ragazzi di Rebellion sconfiggono però questa regola e danno vita ad un gioco unico nel suo genere: Neverdead. Fin dai tempi della prima presentazione ufficiale, Neverdead è un titolo che ha colpito utenti e stampa specializzata. L’idea alla base del prodotto, del resto, è quella di mettere il videoplayer nei panni di un immortale. Il protagonista immortale che ci ritroveremo ad utilizzare è un cacciatore di demoni, chiamato Bryce, che in passato, fu maledetto dal re dei demoni proprio con l’immortalità: durante il gioco, Bryce caccia mostri e demoni per intascare qualche soldo e per vendetta, affiancato da una giovane investigatrice privata.
Il gameplay prevede che Bryce possa resistere a tutti gli attacchi dei demoni, e cadere in pezzi fino a rimanere con la sola testa che rotola per il pavimento fino a che non si trova un punto di rigenerazione del corpo. A farla da padrone, più che la gestione della fisicità di Bryce, è però la frustazione e la noia dovuta ad una estrema ripetitività nelle meccaniche di gioco presenti nel titolo di Rebellion. Addentrandosi negli ambiti più tecnici del gioco, ovvero grafica e sonoro, ci si ritrova di fronte a luci ed ombre.
La realizzazione degli ambienti è di elevata fattura anche se, in alcune sezioni, un po’ anonima e ciò aumenta quella sensazione di noia e ripetitività che pervade ogni minuto di gioco in Neverdead. Sul fronte degli scenari si poteva forse fare qualcosa di più. Le meccaniche di gioco di Neverdead vengono ben supportate dal motore grafico che riesce a gestire il tutto senza particolari incertezze, con dei buoni effetti grafici, senza infamia e senza lode anche qui. Il titolo è disponibile per PS3 ed Xbox 360.