Cari lettori oggi ci occupiamo di analizzare pregi e difetti di Sacred 2: Fallen Angel. In Sacred 2: Fallen Angel ripercorriamo a ritroso il tessuto temporale fino a portarci a ben 2000 anni di distanza dalle vicende narrate nel primo capitolo della serie in cui abbiamo dovuto “addomesticare” il Demone di Sakkara, simpatica creaturina sfuggita al Negromante Shaddar dopo averla evocata per regnare su tutto il territorio di Ancaria. Il focus del gameplay è come di consueto centrato sul combattimento.
La prima, vera scelta che dovremo compiere,riguarderà l’eroe che intendiamo impersonare durante le nostre scorribande per Ancaria. Sei, sono le possibilità : la Serafina, l’Alta Elfa, la Driade e per i maschietti, il Guardiano del Tempio, il Guerriero Ombra e, ultimo l’Inquisitore.
Ognuno di essi vanterà abilità specifiche, magie personalizzate, armi e armature uniche, nonché speciali cavalcature e Dei da onorare. A parte il vastissimo arsenale di armi medievali da taglio, da lancio e da distanza, la componente magica apre a molte possibilità di personalizzazione: ogni classe giocabile può evolversi seguendo tre differenti alberi di abilità. Man mano che saliremo di livello guadagneremo infatti dei punti, che potranno essere spesi per acquistare nuove abilità.
A questo va aggiunto il fattore Rune: come accadeva nel primo capitolo, raccoglieremo dai nemici degli oggetti magici che ci insegneranno immediatamente una nuova combat art, ovvero una speciale mossa. Il comparto sonoro si assesta sui livelli di tutti gli altri titoli dalla giocabilità simile, notoriamente medio-alti vista la presenza costante di musica classica e di tutta quella gamma di campionature audio ricreanti i versi degli animali e dei demoni, così come i rumori dell’acqua o dell’ambiente che ci circonda. Sicuramente un titolo che può appassionare tutti gli appassionati dalla serie.
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