Eat Lead, ecco il titolo di cui ci occuperemo oggi. Il titolo dell’opera griffata D3 annuncia il ritorno del’eterno Matt Hazard, un eroe dei videogiochi tanto celebre quanto carismatico, famoso per aver letteralmente spadroneggiato nel mercato videoludico a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Vediamo nel dettaglio i pregi ed i difetti di questo videogame.
Partiamo subito con il dire che Eat Lead è uno sparatutto in terza persona in cui non ci sarà chiesto altro che eliminare qualsiasi cosa che si muova. Le meccaniche di gioco prevedono un incedere caratterizzato dalla possibilità di ripararsi dietro ad oggetti dello scenario, un po’ alla “Gears of war”.
I nemici dimostrano purtroppo poca intelligenza artificiale, restando spesso fermi a fare da bersaglio mentre prendiamo pazientemente la mira per un simpatico headshot, nascondendosi senza criterio dietro a ostacoli più piccoli di loro e attaccandoci seguendo pattern prefissati e veramente poco tattici. L’espediente della realtà virtuale, nella quale Matt è imprigionato, consentirà continui cambi delle location passando da magazzini a ville, villaggi in stile western, navi e altro.
I maggiori difetti di questo titolo vanno ricercati in uno sviluppo a tratti fin troppo superficiale e carente proprio in quegli elementi che lo avrebbero elevato a ben altri risultati in termini qualitativi, rendendolo adatto a tutti senza particolari riserve. Fatta questa premessa ed in virtù dei difetti menzionati in sede di recensione, il gioco è consigliato solo ai veri appassionati o a tutti coloro i quali siano alla ricerca di un action game alternativo.
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